CHE COSA SONO LE TERAPIE PALLIATIVE?
IN CAMPO UMANO…..
La definizione di Cure Palliative racchiude in due termini molto semplici un complesso insieme di interventi rivolti alla tutela di pazienti affetti da patologie terminali.
Il termine “Cura” in latino significa: occuparsi di, prendersi cura di, prendersi a cuore, fare ciò che occorre, assolvere al proprio compito.
Il termine “Pallium”significa: mantello.
La legge 38/1 Art 2 definisce le cure palliative come: “ L’insieme degli interventi terapeutici, diagnostici e assistenziali, rivolti sia alla persona malata sia al suo nucleo familiare, finalizzati alla cura attiva e totale dei pazienti la cui malattia di base, caratterizzata da un’inarrestabile evoluzione e da una prognosi infausta, non risponde più a trattamenti specifici”.
L’OMS le definisce come “ …un approccio che migliora la qualità della vita dei malati e delle loro famiglie che si trovano ad affrontare problematiche associate a malattie inguaribili, attraverso la prevenzione e il sollievo della sofferenza per mezzo di un’identificazione precoce e di un ottimale trattamento del dolore e di altre problematiche di natura fisica, psicologica, sociale e spirituale.”
PUNTI CARDINE
Queste due definizioni si riferiscono al “paziente uomo” nel quale l’attuazione di un protocollo di cure palliative prevede il rispetto di alcuni punti cardine:
- Considerare la morte come un evento naturale ed ineluttabile ma valorizzare la dignità della vita.
- Garantire una consona terapia del dolore associata a tutte le terapie sintomatiche rese necessarie dalla malattia in corso utilizzando, un approccio olistico e multimodale, che permetta di integrare le pratiche mediche convenzionali con ad la fitoterapia, l’omeopatia, la medicina tradizionale cinese, la fisioterapia. Tutte quelle pratiche alternative che possono dare sostegno e sollievo al paziente nell’assoluto rispetto delle sue esigenze e di quelle della famiglia.
- Garantire un sostegno psicologico in primis al paziente ma anche alla famiglia che se ne occupa. Andrà sostenuta anche nel difficile momento del lutto.
- Applicare tutto questo il più precocemente possibile. Già dal momento della diagnosi di prognosi infausta, così da ottenere i migliori risultati per il tempo più lungo possibile.
Queste pratiche, in medicina umana, sono affidate a un team di professionisti che collaborano nella gestione del paziente tutelandone le esigenze fisiche e psicologiche.
….E PER I NOSTRI ANIMALI? LE TERAPIE PALLIATIVE IN VETERINARIA
Negli ultimi vent’anni abbiamo assistito ad un profondo cambiamento nella modalità di relazione uomo animale grazie ai grandi progressi fatti nella loro gestione medica e soprattutto al riconoscimento, a seguito di innumerevoli sperimentazioni scientifiche, dell’esistenza di una coscienza animale.
Oggi il numero degli animali da compagnia è aumentato ed è molto diverso il rapporto che si instaura tra loro e la famiglia che li accoglie.
Aumenta il senso di responsabilità nei loro confronti, l’empatia e la considerazione della loro sfera psico-comportamentale.
Tutto questo ha permesso di valutare non solo i bisogni fisici dei nostri amici animali ma anche le loro esigenze emotive e sociali, molto diverse tra le varie specie.
In questo contesto le cure palliative e di hospice si inseriscono fornendo al paziente e alla famiglia la possibilità di affrontare l’ultimo periodo di vita, qualunque si la sua durata, senza sofferenze e con tutti i confort necessari a renderlo dignitoso fino al momento della inevitabile ultima separazione che potrà avvenire in modo naturale o con eutanasia.
In questa fase sarà fondamentale una stretta collaborazione tra il veterinario ed i membri della famiglia così da poter attuare un piano terapeutico idoneo e rispettoso soprattutto delle esigenze del paziente ma anche dei familiari.
Il veterinario che decide di intraprendere questo percorso, pur potendosi avvalere di un team di professionisti con i quali collaborare, deve mettere in gioco la sua preparazione professionale, la sua empatia e la capacità di ascolto.
Deve poter comprendere le difficoltà di fronte alle quali si trovano paziente e familiari e riuscire a guidare tutti nel difficile percorso emotivo durante il quale sarà sicuramente necessario prendere decisioni difficili e dolorose fino alla triste fase di elaborazione del lutto.
QUALI SONO GLI OBIETTIVI DELLE TERAPIE PALLIATIVE IN VETERINARIA E DOVE POSSONO ESSERE ATTUATE?
Le cure palliative e di hospice si pongono come obiettivo fondamentale quello di garantire al paziente una vita che sia la più confortevole e dignitosa possibile utilizzando un approccio olistico e multimodale garantendogli il massimo confort fisico, psico emotivo e sociale.
Sarebbe auspicabile ottenere questo risultato gestendo il paziente a casa propria, nel rispetto delle sue abitudini, circondato dai suoi spazi e dalle persone che gli vogliono bene anche se, in alcuni casi, è possibile affrontare la fase terminale del percorso in strutture attrezzate.
QUALI SONO I PAZIENTI CHE POSSONO RICEVERE CURE PALLIATIVE?
Quanto detto fin ora lascia ben intendere come qualunque essere vivente abbia il diritto di fruire di queste cure. Se rivolgiamo lo sguardo al mondo dei Pet, vediamo come stiano prendendo piede soprattutto per cani e gatti.
Il compito della selezione del paziente è affidato al veterinario che, quando necessario, deve saper consigliare ai familiari l’uso di queste terapie.
I pazienti ai quali queste terapie sono rivolte sono quelli affetti da:
- Una malattia cronica e progressiva (osteoartrosi, insufficienza renale, insufficienza cardiaca, insufficienza epatica per esempio);
- Una condizione di disabilità cronica in fase degenerativa (ernie del disco con grave lesione midollare o malattie neurologiche degenerative);
- Patologie acute che causano grave disabilità;
- Malattie legate a fisiologica ma progressiva degenerazione senile (demenza senile, osteo artrosi, disordini neurologici).
QUANDO INIZIARE LE CURE PALLIATIVE?
Le cure palliative non hanno età e, poiché possono essere attuate per patologie molto diverse, devono rispondere alle precise esigenze di ogni singolo paziente.
E’ necessario quindi tornare a sottolineare quanto sia indispensabile che il veterinario abbia un approccio olistico al paziente. Raccogliendo un buona anamnesi remota e prossima prima di affrontare la patologia in corso, valutando bene le esigenze fisiche ed etologiche, le sue relazioni con gli umani e con gli altri animali presenti e, infine, valutando quali siano le aspettative dei familiari per il periodo che seguirà.
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