Medicina Olistica e Medicina Olistica Veterinaria
Definizione, approcci e utilizzo della Medicina Olistica Veterinaria

Dall'Olismo alla Medicina Olistica Veterinaria

Il termine olismo deriva dal greco Olos “tutto, intero, totalità”.  Esso indica un principio generale che può essere articolato in molte discipline come scienze sociali, economia, linguistica, biologia, fisica, chimica e medicina.

La parola olismo fa la sua prima comparsa in un’opera di Jan Smuts, autore di “Olismo ed evoluzione” nel 1926.

Ma, già Aristotele, nell’opera Metafisica, enunciando il principio secondo cui “l’intero è più della somma delle sue componenti”, pone le basi della visione olistica in contrapposizione al riduzionismo.

Olismo VS Riduzionismo, una riflessione

La visione riduzionistica tende a scomporre qualunque elemento nelle sue singole parti costitutive e spiega il funzionamento del tutto come semplice sommatoria delle stesse.

Applicata agli esseri viventi comporta una scomposizione dell’individuo. Esso viene scomposto in apparati e processi chimico biologici che assemblati darebbero origine all’organismo. Una visione dunque che ne esclude totalmente la componente spirituale.

Grazie ad essa la medicina si è incredibilmente evoluta spingendosi però verso una forma di ultra-specializzazione che impedisce così di cogliere l’essenza unica del singolo.

L’olismo invece, servendosi di un paradigma sintetico unitivo, considera la“Totalità”sempre più grande della somma delle singole frazioni che la compongono poiché le relazioni che intercorrono tra esse le attribuiscono un “valore aggiunto”.

Olismo e Medicina, cosa significa?

In medicina questo tipo di approccio viene spesso erroneamente associato solo alle medicine complementari.

In realtà qualunque medico potrebbe valutare il paziente in modo olistico e, portando avanti un processo diagnostico, attuare un protocollo terapeutico avvalendosi sia dei farmaci convenzionali, laddove necessari, che delle terapie non convenzionali.

Le medicine così dette “alternative”  fanno dell’approccio olistico il loro punto cardine. Esse considerando il paziente come un insieme inscindibile di anima e corpo inserito nell’ambiente che lo ospita e con il quale interagisce attivamente.

Per alternative intendo tra le altre: l’omeopatia, la medicina tradizionale cinese, la floriterapia.

Esse si ripropongono di restituire al paziente uno stato di salute riequilibrandone le relazioni tra mente, corpo e universo favorendone cosi  il naturale processo di autoguarigione.

Ma cos’è la Medicina Olistica Veterinaria?

Tale metodica, applicata alla medicina veterinaria, prevede:

  • l’esame fisico e clinico del paziente, 
  • una attenta valutazione dell’ambiente nel quale vive, 
  • delle relazioni che ha con animali della stessa o di altre specie (uomo incluso),
  • la sua storia antecedente, 
  • delle sue abitudini di vita, 
  • uno studio delle sue connotazioni comportamentali 
  • delle propensioni relazionali.

 

A differenza del medico umano, un veterinario olista deve riuscire ad entrare in sintonia sia con il paziente che con il suo compagno di vita umano. Deve poter creare quella relazione che consente l’attuazione di un protocollo terapeutico adeguato.

Approccio Olistico al Paziente e sue declinazioni

Uno degli ingredienti fondamentali per questo tipo di approccio è l’empatia.

L’Empatia ci consente di aprire le porte di un sistema delicato, composto da elementi molto diversi tra loro, ma tutti egualmente importanti, nel quale l’unione delle varie sfumature porta a una lettura globale e dettagliata allo stesso tempo.

La medicina posta in essere con un approccio olistico si propone, là dove possibile, di garantire ad un paziente il ripristino dello stato di salute cercando di risolvere le cause della malattia, senza limitarsi a ridurne i sintomi. 

Qualora questo non fosse possibile, come purtroppo accade in pazienti anziani, terminali o affetti da patologie congenite o croniche, permette di fornire al soggetto tutto il supporto di cui necessita, assicurandogli comunque una miglior qualità di vita.

Perché mi definisco Veterinaria Olistica?

Dopo tanti anni posso dire che tale approccio è sempre stato il cardine della mia professione. Questo mi ha condotto ad approfondire, parallelamente alla medicina convenzionale, alcune branche della medicina complementare. Ad esempio la medicina tradizionale cinese, l’omeopatia, la floriterapia e la fitoterapia.

Questo complesso percorso mi consente oggi di avvicinarmi ai pazienti ponendomi come obbiettivo quello di garantire loro un duraturo stato di salute. Ciò avviene effettuando fin dove possibile prevenzione o, in caso di malattia, attingendo a diverse modalità terapeutiche.

Lontano dall’essere di semplice attuazione, l’approccio olistico necessita come prima cosa del rispetto di tutte le esigenze fisiologiche, comportamentali e relazionali di ciascun soggetto così da garantirgli un buon equilibrio energetico e, conseguentemente, un buono stato di salute.

Il rapporto con i cuccioli? Chi ben comincia…

Visitare un cucciolo non significa solo accertarsi che non abbia i vermi, che non vomiti, tossisca, starnutisca o che non manifesti nessun sintomo clinico.

E’ fondamentale far comprendere alla persona o alla famiglia che se ne occupa che esistono tutta una serie di necessità che esulano dall’aver mangiato, bevuto o fatto i bisogni.

Deve vivere in un ambiente accogliente nel quale trovare spazi adeguati per ogni esigenza (giocare, relazionarsi ma anche riposare, per esempio), essere accudito con attenzione, evitare conflitti dannosi e quindi entrare a far parte del nuovo gruppo senza stress.

Questo significa che quando visito un cucciolo sono consapevole di dover iniziare un percorso lungo e inizialmente difficile.

Esso  richiede una stretta collaborazione con il cliente fornendogli sostegno medico ma anche morale, rimanendo sempre pronta a supportarlo nella risoluzione dei piccoli e grandi problemi che possono insorgere in giovane età.

Con i soggetti adulti? Prevenzione e miglioramento dello stile di vita!

Nei soggetti adulti il medesimo approccio mi consente di affrontare le malattie utilizzando omeopatia, agopuntura, fitoterapia e floriterapia, spesso sufficienti per la risoluzione di problemi funzionali. Laddove necessario si prevede anche la terapia farmacologica convenzionale.

Le terapie complementari possono infatti essere risolutive in caso di malattie che non causino lesioni organiche persistenti mentre divengono un ottimo supporto quando si arriva ad avere un danno in qualche organo o apparato che richieda anche un intervento farmacologico o chirurgico.

Soggetti Anziani? L’importanza dell’approccio olistico!

I soggetti anziani, infine, sono quelli nei quali la possibilità di attuare un approccio olistico riesce a garantire spesso una migliore qualità di vita.

La richiesta più frequente per questi soggetti è quella di vederli invecchiare senza soffrire, di consentire loro di avere una vita serena e confortevole.

In questi pazienti  numerose patologie sono ostacolo per l’uso di farmaci. Infatti spesso le patologie osteoarticolari, le insufficienze organiche (insufficiena renale, epatica, cardiaca), i problemi gastroenterici, oncologici e le difficoltà cognitive producono effetti collaterali indotti.

E’ proprio in questi momenti che le medicine complementari mi consentono di intervenire con un approccio multimodale per gestire: malattia del paziente e difficoltà del compagno umano.

Queste appaiono a volte insormontabili, ponendolo a disagio e provocando sconforto e sensazione di impotenza.

Il mio approccio?
Medicina Olistica, Empatia e Ascolto…

In tanti anni ho maturato la convinzione che empatia, capacità di ascolto, semplicità espressiva e comprensione sono fondamentali. Sono ingredienti da associare alla preparazione medico scientifica per ottenere i migliori risultati possibili. In primis nell’assistenza di un paziente soprattutto se affetto da patologie complesse e gravi.

 

Credo, in sintesi, che l’atteggiamento riduzionista che mira a risolvere, con la banale e rapida prescrizione di un farmaco, un sintomo senza porsi la fondamentale domanda di quale ne sia la causa paghi poco, male e per un tempo brevissimo.

 

L’incapacità di comprendere che un paziente è un sistema complesso, calato in una realtà spesso altrettanto complessa, porta troppo spesso a vincere qualche battaglia ma inevitabilmente a perdere la guerra contro le malattie e quindi avere un’alternanza di brevi momenti di salute intervallati da lunghi periodi di malattia.

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